La recente squalifica di 12 mesi inflitta a due atleti tesserati e quella di 8 mesi a un altro, insieme all'ammenda di 1.000 euro per due affiliate, da parte della FIDESM ,per la partecipazione non autorizzata ai "Brics Game 2024" ha scatenato un acceso dibattito all'interno della comunità del breaking e non solo. Al centro della questione ci sono i vincoli imposti dalla Federazione Italiana Danza Sportiva e Sport Musicali (FIDESM) e le implicazioni etiche e pratiche di tali decisioni.
La sanzione e le sue motivazioni
Secondo il Tribunale Federale, la partecipazione a una competizione sportiva non autorizzata dalla World DanceSport Federation (WDSF), quale il "Brics Game 2024", rappresenta una violazione diretta delle normative federali. In particolare, l'art. 11 del Regolamento Organico impone ai tesserati di partecipare prioritariamente alle attività organizzate dalla FIDESM e vieta esplicitamente la partecipazione a eventi non federali.
Inoltre, agli atleti è stata contestata la mancata presenza alle selezioni olimpiche di Budapest, ritenuta una violazione del Regolamento degli Atleti Azzurri. Tuttavia, è opportuno sottolineare che la partecipazione a queste selezioni non avrebbe in alcun modo influenzato la possibilità degli atleti di accedere alle Olimpiadi, poiché i requisiti per qualificarsi erano già stati determinati in precedenti selezioni. Ma uno dei punti fondamentali che mettono dubbi sul tempo e l'entità di questa sanzione è il fatto che in passato atleti avevano partecipato ad altri eventi senza ricevere nessun tipo di segnalazione o ammonimento, a detta degli atleti sanzionati. Questo elemento intensifica le osservazioni critiche da parte di alcuni nei confronti della Federazione, che potrebbe apparire più concentrata sugli aspetti formali che su quelli sostanziali con interrogativi sulla natura politica di queste decisioni.
Nella sanzione viene inoltre utilizzata l'espressione "gravità delle condotte", un termine che merita un'attenta riflessione. Le parole hanno un peso e descrivere come "gravi" le azioni di atleti che scelgono opportunità più vantaggiose per il loro percorso personale e professionale solleva domande sull'appropriatezza di questo linguaggio. Quali parole si userebbero allora per descrivere reati come il doping, furto o frode sportiva, che rappresentano vere violazioni etiche e morali? L'uso ponderato del linguaggio, specialmente in sede di sentenze, è fondamentale per evitare ingiuste equiparazioni e trasmettere il giusto significato alle azioni giudicate.
La questione economica
Un altro aspetto centrale riguarda il supporto economico fornito agli atleti. Nella disciplina del breaking, che non offre numerose opportunità economiche, gli atleti non ricevono uno stipendio dalla Federazione, ma solo rimborsi spese occasionali. Questa mancanza di supporto economico adeguato rende fondamentali le opportunità alternative, incluse quelle offerte da competizioni non federali come i Brics Game. Partecipare a eventi di questo tipo non è solo una questione di crescita professionale e visibilità, ma anche un modo per garantire la sostenibilità economica del percorso sportivo degli atleti.
Etica e libertà personale
Le sanzioni sollevano interrogativi di natura etica: è giusto che una Federazione imponga ai suoi tesserati vincoli così stringenti da limitare la loro libertà di partecipare ad altre competizioni, soprattutto quando queste possono rappresentare un'opportunità economica e professionale? La Carta Olimpica stessa promuove i principi di libertà personale e sviluppo degli individui attraverso lo sport. Tali valori sembrano entrare in conflitto con le normative federali, che appaiono come una barriera per gli atleti piuttosto che un supporto al loro sviluppo.
Inoltre, nel caso specifico, la convocazione alle selezioni olimpiche non serviva ad alcuno scopo pratico per gli atleti, in quanto non avrebbe in alcun modo modificato la loro possibilità di qualificazione. La loro presenza avrebbe avuto senso -per gli atleti - solo se necessaria per ottenere un reale vantaggio competitivo o se accompagnata da un supporto economico adeguato da parte della Federazione. Questo elemento evidenzia ulteriormente le difficoltà della gestione federale nell'allinearsi pienamente alle esigenze, necessità e bisogni degli atleti.
Affinché la Federazione possa annoverare tra le sue fila i migliori atleti, è imprescindibile che essa provveda a riconoscimenti adeguati, siano essi di natura economica o simbolica, valorizzando pienamente il loro impegno e il loro talento.
Un monito per il futuro
Questa vicenda deve servire da monito per tutti coloro che in futuro vorranno aderire alla Federazione. Diventare tesserati significa accettare regole che, se violate, possono portare a pesanti conseguenze, incluse sanzioni monetarie per le affiliate e disciplinari. È quindi essenziale che gli aspiranti atleti siano pienamente consapevoli dei vincoli e delle responsabilità che comporta il tesseramento.
Da parte nostra riteniamo necessario aprire un dialogo costruttivo tra Federazione e atleti per ridefinire le regole, in modo da bilanciare il rispetto delle normative con il supporto concreto agli atleti. Poiché la Federazione Italiana, a differenza di altre nazioni, non dispone di risorse da investire sugli atleti, sarebbe opportuno che permettesse loro di partecipare a eventi esterni, a condizione che non siano in conflitto diretto, e siano opportunamente elencate e portate a conoscenza, con le attività federali, offrendo così la possibilità di acquisire competenze che possano arricchire le attività stesse della Federazione. Solo in questo modo sarà possibile garantire che la Federazione non sia semplicemente un organismo di controllo, ma un vero partner nel percorso di crescita sportiva e personale degli atleti.
La domanda cruciale
Alla luce di queste considerazioni, emerge una domanda fondamentale: cosa da vero valore ad una Federazione? È forse il semplice rispetto delle sue regole da parte degli atleti, che, in quanto aderenti a un sistema normativo ben definito, ne garantiscono il funzionamento? Oppure, è il talento e l'impegno degli atleti stessi che conferiscono valore alla Federazione, portando a riconoscimenti, successi e visibilità internazionale?
La domanda diventa ancora più rilevante quando si considera l'impegno esclusivo richiesto dalla Federazione. Se la Federazione pretende un impegno prioritario e quasi totale da parte degli atleti, perché non riconosce e remunera adeguatamente questo impegno? Come sostiene Pablo Neruda, "La gloria è il pane che non nutre": le medaglie e i riconoscimenti, per quanto importanti, non possono sostituire un supporto economico concreto. Senza risorse adeguate, l’impegno esclusivo o prioritario diventa difficile da mantenere. La Federazione, quindi, dovrebbe comprendere che l'onore e il rispetto delle regole da soli non bastano a sostenere un atleta; è necessario un giusto equilibrio tra gloria e compenso economico, per garantire una crescita sostenibile e duratura, sia per gli atleti che per la stessa Federazione.
Solo con un sistema che valorizza adeguatamente il contributo degli atleti, sia dal punto di vista normativo che economico, si potrà costruire una Federazione davvero forte e sostenibile, capace di attrarre e mantenere i migliori talenti.
Prima di fare questo articolo abbiamo chiesto una dichiarazione in merito ai vari organi FIDESM, ma non abbiamo ricevuto nessuna risposta alle mail inviate, per completezza abbiamo cercato un ulteriore contatto e alla nostra telefonata siamo stati rimandati a alla sentenza, QUI PER VISIONARLA senza ulteriori dichiarazioni in merito.
Riteniamo che una riflessione su questa questione sia indispensabile per il futuro del breaking inquadrato all'interno della FIDESM per tutti i giovani atleti che dedicano tempo, energia e risorse per far parte della Federazione.