Intervista a FAT

Uno dei protagonisti più rilevanti della scena del breaking in Italia. Abbiamo il grandissimo piacere di poter conoscere Omar Fatnassi, aka bboy FAT.  Vincitore di importanti battle, attuale campione italiano ma soprattutto un bboy che incarna i valori più belli, più puri e autentici del breaking. Un onore potergli fare qualche domanda e così per conoscer meglio la sua storia e il suo pensiero!

Ciao Fat, puoi raccontarci come hai iniziato a fare breaking?

Allora, ho iniziato a praticare il Breaking nel 2008, quando avevo 12 anni. In realtà probabilmente, il mio interesse per il breaking e la cultura hip-hop è nato prima. Mia madre ascoltava molta musica e guardava spesso MTV, Top of the Pop, e la radio era sempre accesa in casa. Io da bambino ero un po' cicciottello e mia madre mi comprava vestiti in crescere,  un po' larghi che mi facevano sentire più a mio agio. Forse era il preludio per entrare in un mondo.

In quel periodo, ho iniziato a notare questi artisti che venivano trasmessi in TV come Fabri Fibra, i Black Eyed Peas, Eminem, 50 Cent e altri rapper che, anche se non erano esclusivamente legati alla scena hip-hop, e promuovevano uno stile di vita attraverso la musica e l'abbigliamento. Questa espressione di sé, quell'attitudine mi ha subito affascinato. Questo è stato il mio primo approccio al mondo della cultura hip-hop e da quel mondo ho iniziato a scoprire il breaking.

Mio padre, ex pugile e appassionato di sport, iniziò ad insegnarmi alcune mosse, come la "Keep up" e la verticale. A 12 anni, ho scoperto l'esistenza di una scuola di danza che insegnava il Breaking e ho deciso di iscrivermi alle lezioni. Il mio primo insegnante, Delta, è stato un punto di riferimento importante in questo percorso.

 

Quali sono state le difficoltà più grandi che hai incontrato e come le hai superate?

Allora, nel breaking, le difficoltà più significative che ho affrontato sono state inizialmente di natura fisica. All'inizio, diciamo che ero un po' cicciottello, quindi faticavo a eseguire movimenti che richiedevano fatica e forza, come ad esempio la verticale e altre mosse che coinvolgevano un notevole sforzo fisico.

Poi le difficoltà sono state di altra natura, diverse. Ad esempio comprendere appieno cos'è il Breaking e nel definire il proprio personaggio e la propria identità. È stato un processo di auto-scoperta che ha coinvolto la comprensione di come ballare in modo autentico, in sintonia con chi si è e con la situazione del momento. 

Le difficoltà nel Breaking, a mio parere, sono intrinsecamente legate alla vita personale, riflettono sfide personali come ad esempio la timidezza o la sicurezza in sé stessi. Anche se si può cercare di mascherare queste sfide, nel Breaking emergono chiaramente. Ballare diventa uno specchio dell'anima, come spesso si dice. Quando uno balla, almeno per quanto mi riguarda, è possibile intuire qualcosa della persona. 

Personalmente alcune delle prime difficoltà che ho affrontato riguardavano la consapevolezza di non dover avere fretta nel processo, di non dover correre, ma di permettere a me stesso di crescere gradualmente. È una sfida complicata da spiegare, ma è stata una parte importante del mio percorso.
Mi trovo ancora oggi ad affrontare sfide, specialmente mentre sto cercando di esplorare nuovi elementi e imparare nuove cose. L'interiorizzazione di queste nuove conoscenze richiede tempo, ma vedo le difficoltà nel Breaking come una parte intrinseca del percorso di crescita.

Ritengo che le difficoltà nel Breaking siano continue e inevitabili, ma sono una componente essenziale del percorso personale. Affrontarle, conviverci e risolverle diventano parte integrante della propria identità, contribuendo a una crescita continua.


Ora sei uno dei più importanti bboy italiani, hai vinto importante battle ed eventi, quale ad oggi quello per te più importante e perché?

È difficile identificare il momento più significativo della mia esperienza nel Breaking, poiché sono stati davvero numerosi gli episodi che mi hanno lasciato un'impressione duratura. Si tratta spesso di piccoli istanti, come conversazioni con altri bboys, allenamenti, Battle, Jam, o quell’atmosfera sospesa del cypher che magari mi hanno dato così tanto che hanno avuto un impatto notevole.

Se dovessi identificare invece i punti di svolta che ricordo con particolare intensità, agli inizi sono stati importanti le innumerevoli sfide con relative sconfitte con Ibra, fondamentali per la mia crescita e le chiacchierate con Scacio. 

Nel 2016 il mio primo Battle con la crew 0371 all'estero, un'esperienza che mi ha permesso di condividere un vissuto con persone che stimavo, e poi confrontarmi con stili di Breaking diversi da quelli presenti in Italia. È stato come trovarsi su un altro pianeta, ho provato sensazioni che non avevo mai vissuto fino ad allora.

Poi nel 2017, la prima vittoria importante,  dove prima ho vinto la qualificazioni al nord italia e poi anche la finale in Sardegna. Quello è stato un momento emozionante, poiché non avevo mai vinto un Battle così importante, battendo anche ballerini stranieri. Quella vittoria mi ha portato dopo poco l'euforia del successo a guardarmi allo specchio e dirmi “E ora cosa succede?” 

Altri momenti degni di nota sono stati durante l'evento a Praga nel 2019, dove ho deciso di partecipare andandoci da solo, e sebbene non avessi passato le selezioni condividere per 2 giorni il cypher con bboys campioni internazionali, che non avevo mai incontrato dal vivo, e vedere che da questi mi rispettavano e mi consideravano al loro livello è stata una botta di consapevolezza davvero importante.
Un momento recente poi, che per me è stato importante, è stata la vittoria del campionato italiano di breaking della federazione, il campionato assoluto.  Non è stata solo la vittoria in sé a renderlo significativo, ma il fatto che era presente tutta la scena italiana. Quando sono riuscito a vincere con alcuni dei migliori bboy nazionali è stato un momento di auto-accettazione e di dimostrazione che posso competere e sono alla pari di tutti gli altri sulla scena italiana.  
La consapevolezza finito quel battle non era “io sono più forte degli altri” ma “io non sono meno di nessuno”. Posso fare il mio come gi altri fanno il loro.

Oltre a questi episodi più evidenti, ci sono stati numerosi piccoli momenti che hanno contribuito alla mia crescita e alla mia esperienza nel Breaking. La somma di queste situazioni ha plasmato la mia visione della danza e ha aggiunto valore al mio percorso nel Breaking.


Come descriveresti il tuo stile di ballo?

Lo definirei dinamico ed esplosivo. Cerco costantemente di infondere molta attitudine in ciò che faccio e mi impegno affinché il mio stile sia estremamente personale. Cerco di inserire la mia originalità nei miei passi, perché, secondo me, nel Breaking, se non esprimi chi sei, non metti ciò che sei, non stai facendo Breaking.


Come strutturi il tuo allenamento?

I miei allenamenti sono abbastanza strutturati, ma non ho un allenamento fisso che seguo sempre. Questo perché adatto il mio allenamento in base alle esigenze del momento. Ad esempio, in questo periodo, non mi sto preparando per delle Battle poiché sono in una fase di pausa per rinnovarmi e inizierò un nuovo periodo a gennaio-febbraio con un repertorio più fresco.

Nel dettaglio, i miei allenamenti sono strutturati in questo modo. All'inizio, dedico circa 10 minuti a esercizi aerobici, come una corsa breve o saltare la corda, per scaldarmi. Successivamente, eseguo esercizi di mobilità per preparare al meglio il corpo e attivare tutte le zone necessarie.

A volte, dopo il riscaldamento, vado direttamente a ballare. Tuttavia, ci sono periodi in cui preferisco concentrarmi su esercizi specifici. Ad esempio, inizio con toprock poi procedo con le foundations e pulisco i movimenti. Imparo nuovi toprock, creo nuovi concetti o sviluppo nuove skills sui toprock. Poi faccio la stessa cosa coi foot work. dedico del tempo al freestyle, lavorando sulla libertà di movimento e di espressione in relazione alla musica. Questa fase dell'allenamento dura circa un'ora e mezza.

In alcuni momenti, dopo il riscaldamento, mi concentro sulle Power Moves, ripassando le foundations di powermoves  per mantenere la fluidità o per creare nuovi collegamenti. Infine, in questo periodo, dedico tempo a provare cose nuove e imparare nuovi elementi.

La durata complessiva del mio allenamento varia, ma in genere, se mi dedico solo al Breaking,  dura almeno tre ore. Se aggiungo esercizi fisici come palestra, corsa o Tabata, la durata aumenta.

Mi alleno 6 volte a settimana. Tuttavia, come ho detto, la struttura dell'allenamento dipende dalle necessità del momento nel mio percorso nel Breaking, cosa devo fare in quel determinato periodo.


Qual ‘è il processo creativo delle tue skill?

Diciamo che nel corso degli anni ho sviluppato numerosi metodi per inventare delle skills o per riuscire a sviluppare ciò che faccio. I modi che ho per tirare fuori nuove skills sono davvero molti; dipende. La cosa più importante per me è riuscire a inserire movimenti che mi appassionano. Ad esempio, ho creato un gran numero di skills che, purtroppo, non userò mai, poiché non fanno parte dei movimenti che non rispecchiano il mio stile di breaking.

Tendenzialmente, quando cerco di inventare nuove skills, cerco di ideare movimenti completamente nuovi o di esplorare movimenti inediti. Cerco di evitare movimenti che ho già visto fare, poiché per me è fondamentale che una skill sia appunto originale. Se non lo è, non stai creando qualcosa di innovativo, ma stai semplicemente mescolando ciò che hai già visto fare da altri. Questo è qualcosa che cerco di evitare; preferisco creare nuove forme e inserirle, magari, all'interno di una foundation.

Ti faccio un esempio semplice che spero possa far capire: prendi il six step. Scelgo una posizione, magari la posizione dietro o la posizione di uncino, e la modifico completamente, cercando di reinterpretare il six step sostituendo, ad esempio, un passo che potrebbe essere un uncino con un altro passo e un'altra forma. Questo processo crea nuovi passi.

Posso però dire che metodi per ampliare il repertorio di skills nel corso degli anni ne ho sviluppati diversi ma risultano difficili da mettere per scritto.


Quali sono i tuoi obiettivi futuri?

Obiettivo a breve termine è riuscire a imparare nel modo migliore il  repertorio che ho inventato, modificato ed aggiornato. Poterlo fare liberamente senza doverci pensare, per esprimermi liberamente quando ballo, cercando di includere anche movimenti più strutturati. 

L'obiettivo generale della mia carriera da B-boy è sicuramente affermarmi tra coloro che ritengo più forti in assoluto. Quindi, mirare a raggiungere un livello in cui posso essere competitivo con qualsiasi altro B-boy.

Non ho un obiettivo specifico come vincere un particolare Battle o un titolo, anche se naturalmente ho avuto esperienze personali positive vincendo alcuni eventi o qualificandomi in altri. Sono tutti obiettivi positivi, tuttavia, considero il breaking così grande, così immenso che penso sia banalizzare il breaking stesso dire "il mio obbiettivo è vincere quell’evento".Mi sembra riduttivo. Puoi vincere un evento battendo anche B-boy più bravo di te, ma non significa necessariamente che tu sia effettivamente più forte di loro. Possono esserci diverse variabili che ti possono portare a una vittoria.

Il mio obiettivo principale è, riuscire ad entrare nella scena e competere con i B-boy che considero i migliori a livello mondiale. Cercare di riflettere il più possibile me stesso nel mio stile di breaking, raggiungere questo obiettivo facendo ciò che amo. Rimare fedele al mio stile di breaking, senza conformarsi a un modello che potrebbe funzionare solo per raggiungere un determinato obiettivo.


Chi sono i tuoi punti di riferimento e perché?

I miei punti di riferimento sono diversi e sono stati tanti nel corso del tempo. All'inizio e anche ora, non ho un singolo punto di riferimento. Per esempio, da tre anni sono fidanzato con Eleonora, anche lei una B-girl, e questa relazione mi ha influenzato notevolmente. Ogni tanto mi ripete una frase che pronunciai all’inizio del nostro rapporto: "Sono curioso di vedere come la nostra relazione influirà sul mio Breaking", ma non inteso come allenamento più o meno intenso.  Per me, il breaking è uno specchio della vita, e quando nella tua vita avviene un cambiamento, come l'instaurarsi di un rapporto fisso, questo inevitabilmente modifica il tuo breaking.

Vivere insieme, convivere, sicuramente impatta, nella mia visione, sul mio stile. Infatti è stata una figata, lei mi aiuta tantissimo, anche perchè essendo laureata in psicologia mi aiuta in tutto quello che è l’aspetto mentale del breaking, che per me rappresenta almeno il 90 per cento.

Un punto di riferimento fondamentale è Scacio, uno dei pionieri del breaking italiano e un mantovano come me. È una delle persone più belle e significative che ho avuto il privilegio di conoscere nella mia vita. Mi ha insegnato tantissimo, non solo nel breaking ma anche nella vita, trasmettendomi un'attitudine positiva e profonda.

Naturalmente, la mia famiglia, con la mentalità di mio padre, che è nato in Tunisia e ormai da trent'anni vive qui e all’influenza che questo ha avuto su me. Sento, infatti, di appartenere a due culture diverse, e questa dualità ha certamente influenzato la mia mentalità.

Sicuramente Max della mia crew, Delta è stato il mio primo insegnante di breaking e una delle persone con cui condivido molto, poi tutti i membri della mia crew.

Ho avuto anche esperienze significative con altri bbboy, come Ibra e Yayo, che mi hanno insegnato molto. Altri bboy poi sono stati punti di riferimento perchè avversari che volevo battere, e questa competizione ha influenzato il mio percorso.

Non solo le persone, ma anche ciò che rappresentano e le sfide che rappresentano per me.

 

Ritieni che per praticare breaking sia indispensabile abbracciare la cultura hip hop?

Ritengo che per praticare il breaking sia indispensabile farlo, perché secondo me ti fa comprendere aspetti del breaking che potresti faticare a capire altrimenti. Ti faccio un esempio: è come se un cuoco specializzato in cucina di primi piatti, ma per fare bene i primi piatti è necessario che abbia provato a preparare un secondo, un dolce o un antipasto. Devi sperimentare diverse tecniche, perché ciascuna può insegnarti qualcosa di nuovo. Ad esempio, facendo un dolce potresti scoprire come lo zucchero influisce sulla riduzione dell'acidità, un'applicazione utile anche nella preparazione di soffritti per primi piatti. Ecco allora che mettere lo zucchero diventa una skill fondamentale nella preparazione dei primi.

Ritengo che sia indispensabile provare diverse sfaccettature dell'hip hop perché ogni esperienza contribuisce a formare le tue skills fondamentali.

L'hip hop è una cultura unica e può essere espressa attraverso il breaking, graffiti, musica rap o altre forme. Anche se non fai necessariamente tutte queste attività, è fondamentale almeno provare a sperimentarle. L'hip hop è un'attitudine di vita, che si può esprimere in vari modi, un modo di intendere la vita secondo i principi peace, unity, love and having fun.

Dal mio punto di vita ritengo sia indispensabile o quantomeno provare i vari elementi stilistici. Magari sarà difficile fare il djing perchè servono i mezzi ma almeno in minima parte sperimentare il rap, magari scrivendo qualche rima o bozza, o scrivere il proprio nome in modo stiloso è un passo indispensabile, almeno secondo me.

 

Qual è la tua opinione sulla scena del breaking in Italia?

Ritengo che la scena in Italia sia una bomba. Cioè, mi piace la scena che c'è in Italia, la rispetto e la sopporto. Naturalmente, ci sono personaggi a cui voglio bene, che supporto di più, ma penso che siamo forti. Secondo me, manca solo una questione di crederci, magari un po' di più, e riuscire a dare il massimo anche nelle Battle all'estero. Ma penso che la scena italiana non abbia niente da invidiare ad altre scene, a livello di eventi, di comunità o altro. Poi sicuramente l'Italia non è uno dei paesi con il livello di breaking più alto del mondo... per adesso.


Puoi raccontarci della tua esperienza con la Federazione e la nazionale?

La mia esperienza con la federazione e con la nazionale di cui tutt’ora faccio parte posso dire che è stata particolare, da diversi punti di vista.

Quest'anno ho avuto la possibilità di partecipare a battle in Giappone, in Brasile, Corea, è stato l'anno della mia vita in cui ho imparato di più dal breaking, e questo grazie anche alla federazione,  perché ho avuto la possibilità di confrontarmi molto più frequentemente di quanto abbia potuto fare negli altri anni, in contesti totalmente diversi. Ho avuto la possibilità di andare in molti Stati dove mi pagavano il biglietto e una parte delle spese e queste esperienze hanno contribuito alla mia crescita. Avere la possibilità in un anno di partecipare a circa 20 battle, e ogni volta che partecipavo, il livello era altissimo, con tutti i b-boy più forti del mondo presenti, è stato particolarmente importante. Soprattutto perché in quest'anno sono riuscito a maturare molto dal punto di vista del breaking.

Naturalmente, è stato anche un dispendio di tempo per tutto ciò che c'era legato, oltre all'andare a fare l'evento. Perché far parte della nazionale non è solo andare a partecipare alla battle. Ci sono state tutta una serie di dinamiche che da parte mia, per come sono fatto, sono state più difficili da abbracciare e affrontare. Tuttavia, in linea di massima, è stata un'esperienza positiva che mi ha lasciato tanto, soprattutto sotto il punto di vista del mio personale sviluppo.


Mentre dei Mantova City Breakers?

Allora, innanzitutto, era il nome del nostro gruppo WhatsApp, composto da tutti quelli che frequentavano Mantova e partecipavano agli eventi della scena. In questo gruppo c'erano persone che erano dentro la cultura del breaking da tanto tempo. Un esempio oltre a Scacio c’era Max della BreakOut crew, che ora ha 60 anni ed è ancora attivo, un'ispirazione per noi. 

Abbiamo preso questo nome e abbiamo creato un progetto. Dal 2020 circa organizziamo eventi insieme, con l'obiettivo di far crescere la scena di Mantova. Vogliamo trasmettere la passione del breaking alle nuove generazioni, cercando di far capire loro cos'è il breaking e cosa significa far parte di questa cultura. Potremmo dire che cerchiamo di far vivere loro il gioco del breaking senza doversi necessariamente spostare da Mantova, anche se cerchiamo di far capire ai ragazzi quanto sia importante spostarsi e rappresentare sé stessi anche in altri contesti e altre città.
Mantova City Breaker è un progetto attraverso il quale diamo ai ragazzi la possibilità di vivere il breaking. Organizziamo lezioni di danza, jam, eventi, momenti in cui condividiamo la nostra esperienza con i ragazzi. Cerchiamo di prepararli e di portarli avanti nel loro percorso.

E’ il nostro contributo per far crescere la scena a Mantova. Negli ultimi anni, ci sono stati momenti in cui la scena ha fatto un po' più fatica, ma ora tutti sono entusiasti e spero che questa energia positiva continui a crescere.


Che emozioni ti da far parte di questo progetto?

Fare parte di questo progetto mi rende felice. Sono orgoglioso di farne parte e di poter contribuire alle crescita delle nuove generazioni. È gratificante essere in prima linea, poter condividere e insegnare ciò che ho imparato attraverso la mia esperienza.


Perché secondo te un genitore dovrebbe far provare il breaking al posto dei soliti sport tradizionali?

Perchè è una figata. E’ una bomba. Ci sono molti motivi per cui il Breaking è un'attività incredibile. Prima di tutto, è uno sport e al tempo stesso una forma d'arte, e puoi acquisire i valori di entrambi e non saprei dire quali siano i più importanti.
Il Breaking inoltre offre ai praticanti la possibilità di integrarsi in un mondo parallelo, lontano dai pregiudizi presenti nella società.

Da bambino, personalmente, ho sperimentato un senso di differenza, ma con il Breaking questa sensazione è scomparsa. Nel Breaking, non importa il colore della pelle o altri aspetti esteriori; promuove l'integrazione a 360 gradi. Condividiamo valori cruciali come l'uguaglianza, l'amore e l'originalità, aspetti che ritengo fondamentali e che, secondo me, si stanno perdendo nella società odierna, a causa anche dei social e di alcune dinamiche dei giovani.

Nel breaking ti trovi, ti alleni, stai insieme e condividi valori importanti.

Oltre a questo il  Breaking è uno sport completo che offre ai ragazzi la possibilità di allenarsi a 360 gradi, esprimersi, sviluppare il senso del ritmo e coordinazione.

Per me, però, la cosa più importante che permette il Breaking, specie quando praticato fin da bambini, è che riflette la persona che sei, aiutandoti ad affrontare dinamiche problematiche tipiche dell'adolescenza.

Il Breaking ti mette alla prova, annullando l'ansia del giudizio altrui, perchè nel breaking tu entri e ti metti a nudo con le tue skills. Questo sicuramente poi contribuisce a sviluppare la capacità di esprimere la propria opinione pubblicamente.

Questa pratica aiuta a superare la timidezza e l'introversione, consentendo ai ballerini di affrontare la vita con più fiducia.

Il Breaking elimina stereotipi e pregiudizi legati a genere e razza, promuovendo un ambiente di uguaglianza e inclusività. Contribuisce allo sviluppo fisico, migliorando il senso del ritmo, la coordinazione, l’organizzazione e la capacità di pensare rapidamente.

Ci sono innumerevoli motivi per ballare Breaking e non capisco perché tutti non ballino breaking.


Quali sono i tuoi consigli per i ballerini che vogliono iniziare a fare breaking?

Il mio consiglio per chi vuole avvicinarsi al Breaking è di immergersi completamente.

Inizia a praticare il Breaking e lasciarsi coinvolgere dalla cultura hip hop, non solo dal Breaking stesso, ma anche dalla musica, dai graffiti, dai rapper e da tutto ciò che fa parte di questa cultura. Una immersione totale e non limitarsi a seguire solo le lezioni che vengono impartite.

Questi sono consigli che diamo anche ai nostri ragazzi, ma è importante praticare da soli. Poiché, secondo me, il Breaking è qualcosa che si fa e si condivide con gli altri vero,  ma è solo una parte. La parte più significativa è la relazione che stabilisci con il Breaking.

Se sei un bambino o chiunque altro, ti direi di farlo tutti i giorni, magari dedicando solo 5 minuti al giorno. Allenati, ascolta musica, crea un disegno, lasciati coinvolgere da tutto ciò che riguarda il Breaking. Per capire davvero questa disciplina, ci vorrà molto tempo, ma più la capirai, più ti aiuterà. Quindi, immergiti completamente, mettici tutto te stesso, divertiti e non preoccuparti di nulla.

Nel Breaking, non esistono giudizi, va bene tutto. Sii autentico e inventa movimenti che rispecchino chi sei. Entra completamente nel mondo del Breaking e spogliati di ogni preoccupazione, perché con il Breaking puoi essere sempre sincero e te stesso.


Per concludere l’emozione più grande ad oggi vissuta e quella che vorresti vivere.

L'emozione più grande che provo con il Breaking è difficile da descrivere con una sola parola. Da quando ho 12 anni, condivido la mia vita con l'hip hop, e questa disciplina è diventata una parte fondamentale della mia esistenza. L'emozione è unica perché in qualsiasi momento della mia giornata posso decidere di dedicarmi al Breaking e sentirmi completamente me stesso. Sono io e il breaking: è questa l’emozione più grande. Questa intimità con il Breaking e la condivisione con altri appassionati sono aspetti che vanno oltre qualsiasi altro sentimento.

La dimensione sociale del Breaking è un'emozione unica: condividere momenti con gli amici. Scrivere sul gruppo Mantova City Breaker, incontriamorsi al parco Ca' Rossa dove c’è uno Skatepark, giocare a basket e sparare cazzate fino a sera, concludendo con la pizza tutti insieme. Questa è un’altra emozione più grande che il Breaking mi offre, superando persino la gioia di vincere o partecipare a eventi.

Però l’emozione più grande che spero il breaking possa dare nella mia vita, è la possibilità di emozionarmi sempre come mi emoziona nelle piccole cose, non tanto  vincere, perchè oggi vince uno domani vince l’altro. L'importante è che il Breaking mi faccia stare bene sempre.

In conclusione, viva l'hip hop, il hip hop è a bomba, il breaking è una bomba e spero di poterlo continuare a coltivare e condividere questa passione con chiunque.